Un viaggio dal Maestro
È dal 1988 che viaggio dal maestro. Molti anni, spesso due volte l'anno.
Per andare da lui si è sempre traversato il mare, strano, o non tanto strano, il mantra Buddista, "Gate, Gate, Paragate, Parasamgate, Bodhi, Svaha" parla di attraversare per arrivare 'oltre'.
Prima era il canale della Manica, ora il mar Ligure... alcune volte andai da lui in treno, si prendeva la cuccetta per Parigi, poi il treno per Calais e da lì la nave per Dover; arrivati a Londra si era veramente arrivati e... pronti, pronti l'indomani per questo incontro... l'aereo è un bel mezzo, bello volare dal maestro che ti spiega come fare a volare, ma a volte brusco, si è già lì e si è già tornati e la piccola isola col maestro a molti sparisce come un miraggio in mezzo al deserto.
Il traghetto da Genova è enorme, ormai troppo grande per sentire rollio e beccheggio delle onde durante il sonno, non c'è, aimè, neppure mare grosso.
La serata passa piacevole in compagnia della collega svizzera incontrata al porto, chiacchiere sul Tai Chi, di colleghi e di paesi diversi.
Ci si sveglia presto, dalla poltrona si vede il sole sorgere, un veloce caffè seduti alla cafetteria del ponte superiore con la brezza mattutina e siamo arrivati.
E' il giorno precedente l'incontro, è un giorno di assoluto riposo, di dolce far nulla, di una passeggiata sulla spiaggia non ancora estiva, di scritti sul notebook.
La sveglia é d'obbligo, ma mai é servita, ci si sveglia pronti, il vestito da Tai Chi, ummm, calze bianche, spegnere il cellulare.
Si salgono le scale, si lasciano le scarpe fuori, il collega che è all'ora precedente la mia, recita la filastrocca del suo esame, On, Jai, Ban, Loi, assolutamente concentrato, appare non vederti neppure. Il maestro è al telefono, mi avvio sulla terrazza, I Kung numero uno, il panorama portentoso, 240 gradi di mare, isola di ..., rocce e colori... Carlo: Chi Kung two... è la voce del maestro... ecco il collega ha finito e va, mi giro, è sorridente come al solito, inchino e... inaspettatamente tira fuori due cuscini da meditazione, mi siedo, si siede davanti a me, qualche breve spiegazione, diretto come sempre, provo... il piacere di stare in meditazione con lui, nel silenzio dell'incanto... poi si alza, mi dice: out, in front of a tree. Mi dipingo un meraviglioso albero... usciamo, scendiamo le scale, mi indica un punto, mi intrufolo tra piante, erbe e bungalow, mi siedo, lui è un po' più in là, nascosto. Inizio, sono fra due alberi fioriti e profumati, uno rosso, l'altro rosa, respiro, provo le tecniche apprese or ora... passa il tempo che non ha tempo...
Ci alziamo insieme e torniamo su, si beve un goccio di tè, poi mi spiega con delle applicazioni quello che era meditazione, lo Yin... non riesco neppure a sfiorarlo... lo Yang, volo leggero fuori dalla porta. Tocca a me, oddio, un po' di timore, un paio di dubbi bloccano la trasformazione da Yin a Yang, poi ecco riesce e lui: now! good, good :)
Alla fine l'inchino, il sorriso e ci si vede nel pomeriggio. Infilo le scarpe e torno leggero e sorridente in stanza a riprovare l'emozione.
È dal 1988 che viaggio dal maestro. Molti anni, spesso due volte l'anno.
Per andare da lui si è sempre traversato il mare, strano, o non tanto strano, il mantra Buddista, "Gate, Gate, Paragate, Parasamgate, Bodhi, Svaha" parla di attraversare per arrivare 'oltre'.
Prima era il canale della Manica, ora il mar Ligure... alcune volte andai da lui in treno, si prendeva la cuccetta per Parigi, poi il treno per Calais e da lì la nave per Dover; arrivati a Londra si era veramente arrivati e... pronti, pronti l'indomani per questo incontro... l'aereo è un bel mezzo, bello volare dal maestro che ti spiega come fare a volare, ma a volte brusco, si è già lì e si è già tornati e la piccola isola col maestro a molti sparisce come un miraggio in mezzo al deserto.
Il traghetto da Genova è enorme, ormai troppo grande per sentire rollio e beccheggio delle onde durante il sonno, non c'è, aimè, neppure mare grosso.
La serata passa piacevole in compagnia della collega svizzera incontrata al porto, chiacchiere sul Tai Chi, di colleghi e di paesi diversi.
Ci si sveglia presto, dalla poltrona si vede il sole sorgere, un veloce caffè seduti alla cafetteria del ponte superiore con la brezza mattutina e siamo arrivati.
E' il giorno precedente l'incontro, è un giorno di assoluto riposo, di dolce far nulla, di una passeggiata sulla spiaggia non ancora estiva, di scritti sul notebook.
La sveglia é d'obbligo, ma mai é servita, ci si sveglia pronti, il vestito da Tai Chi, ummm, calze bianche, spegnere il cellulare.
Si salgono le scale, si lasciano le scarpe fuori, il collega che è all'ora precedente la mia, recita la filastrocca del suo esame, On, Jai, Ban, Loi, assolutamente concentrato, appare non vederti neppure. Il maestro è al telefono, mi avvio sulla terrazza, I Kung numero uno, il panorama portentoso, 240 gradi di mare, isola di ..., rocce e colori... Carlo: Chi Kung two... è la voce del maestro... ecco il collega ha finito e va, mi giro, è sorridente come al solito, inchino e... inaspettatamente tira fuori due cuscini da meditazione, mi siedo, si siede davanti a me, qualche breve spiegazione, diretto come sempre, provo... il piacere di stare in meditazione con lui, nel silenzio dell'incanto... poi si alza, mi dice: out, in front of a tree. Mi dipingo un meraviglioso albero... usciamo, scendiamo le scale, mi indica un punto, mi intrufolo tra piante, erbe e bungalow, mi siedo, lui è un po' più in là, nascosto. Inizio, sono fra due alberi fioriti e profumati, uno rosso, l'altro rosa, respiro, provo le tecniche apprese or ora... passa il tempo che non ha tempo...
Ci alziamo insieme e torniamo su, si beve un goccio di tè, poi mi spiega con delle applicazioni quello che era meditazione, lo Yin... non riesco neppure a sfiorarlo... lo Yang, volo leggero fuori dalla porta. Tocca a me, oddio, un po' di timore, un paio di dubbi bloccano la trasformazione da Yin a Yang, poi ecco riesce e lui: now! good, good :)
Alla fine l'inchino, il sorriso e ci si vede nel pomeriggio. Infilo le scarpe e torno leggero e sorridente in stanza a riprovare l'emozione.
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