La vita ha due assi, uno orizzontale ed uno verticale.
La vita quotidiana si svolge sull'asse orizzontale, l'asse della superficie. Da un lato il lavoro, dall'altro lo svago, il piacere. Un binomio Yin e Yang. Il segreto della vita è comprendere il punto centrale, l'incrocio dei due assi.
Più si lavora e più si cerca piacere. Agogno un viaggio in isole o terre remote, ma più l'agogno e più mi sposto dal centro e più significativa è la mia alienazione dalla realtà e l'asse comincia a ballare, come una bilancia impazzita.
L'asse verticale è l'asse della profondità, i popoli orientali nel passato erano orientati su quest'asse, i monaci zen, l'adepto taoista, lo yogi, entravano in stati di vita profonda con la meditazione, a volte talmente profondi che non si muovevano più. È lo stato dell'immobiiItà, contrapposto allo stato del movimento rappresentato dall'asse orizzontale.
Viviamo ormai di quest'asse, il movimento globale, la comunicazione globale, il terzo occhio sempre aperto che fagocita, che mangia tutto. Polifemo con il suo gigantesco, unico occhio, ben lo rappresenta. Ulisse è il grande saggio occidentale che riesce a "chiudere" il terzo occhio e si centra.
Centrarsi, cioè avvicinarsi all'interazione dei due assi senza più oscillare paurosamente di qui e di là come stiamo facendo.
Il Tai Chi rallenta, ci porta più verso il centro, ci aiuta a capire la necessità di avere un asse verticale nella nostra vita, il saggio, l'illuminato non si sposta più dal centro della croce.
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