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Mente, diaframma, corpo

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11 December 2018

Ego e Arti Marziali

Nella vita del praticante di Arti Marziali esiste l'ego. Questo è un meccanismo perverso in cui si ottiene "potere" dall'approvazione degli altri. Osservare un politico serve molto a comprendere il meccanismo dell'ego. Il politico "si gonfia" in funzione del potere e il potere si acquisisce con i favori all'elettore. È un meccanismo perverso.

L'allievo cerca l'approvazione dell'insegnante e questo lo porta su una strada errata nella pratica. Parecchie persone abbandonano i corsi sin dalle prime lezioni perché non "si sentono all'altezza". Il loro ego ha subito fatto dei confronti con altri partecipanti e ha scelto la fuga invece del confronto. La soluzione sana sarebbe stato restare senza alcun confronto.

Il lavoro sul proprio ego è la marzialità dell'arte. Non esiste nessuna marzialità nel combattimento perché l'arte marziale è una pratica personale, un lavoro profondo su se stessi: è la lotta contro il proprio ego e il praticante diventa "Maestro" quando ha compiuto questa lotta ed e totalmente libero dall'ego.

Ogni fatica, ogni dolore, ogni sofferenza è prodotto dal proprio ego che vorrebbe innalzarci in qualcosa che non siamo senza lasciarci vivere la naturalezza della vita. Nel Tai Chi dobbiamo respirare, come possiamo farlo se non siamo noi stessi?

Marzialità: consapevolezza sui nostri meccanismi interni e fluidità dell'essere vivi.

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