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Mente, diaframma, corpo

Negli ultimi anni lo studio ultra trentennale del Tai Chi e del Qi Gong della International Tai Chi Chuan Association, scuola fondata dalla ...

03 June 2003

Achille piè veloce

Lo studio del taoismo sulla sacralità del Corpo è anche studio del movimento: si osservano i movimenti naturali degli esseri umani, in particolare dei bambini, perché più liberi da blocchi, e degli animali: nei monasteri era comune trovare tartarughe e gru anche per comprendere la loro longevità. Queste osservazione e questi studi hanno dato vita ad esercizi fisici che sono parte integrante della vita taoista e che mirano al raggiungimento di una salute che coinvolge anche l’aspetto mentale.

Uno dei prodotti più raffinati è il Tai Chi Chuan, arte alla moda ai nostri giorni ma anche svuotata di contenuti dagli occidentali. Il nostro pensiero lineare non ammette se non la superiorità delle civiltà presenti: siamo la massima evoluzione in tutto! Ed ecco allora che teorie energetiche, fisiche e di movimento studiate per secoli sono messe in discussione solo perché le nostre tavole anatomiche sono le più perfezionate (così afferma un rinomato insegnante di Tai Chi Chuan americano). In realtà il gap tra noi ed il funzionamento del nostro Corpo è arrivato ad un punto di grave frattura, che punte masochiste come il body building o lo sport agonistico ed estremo mettono in luce, mentre pratiche nelle quali l’uso della tensione muscolare è di ostacolo sono ancora difficilmente comprensibili.

La conoscenza del nostro Corpo non è facile, esige anche momenti di quiete, di meditazione, di ascolto, tutte situazioni non agevoli al mondo d'oggi. Proviamo a stare in piedi, lasciando il bacino e l’osso sacro libero, oscillando la colonna come un pendolo, potremo goderci lo spostamento del peso dai talloni (Yin) all'avampiede (Yang) e conquistare un'insolita sensazione di libertà.

Approfondendo lo studio del movimento sui piedi con il Qi Gong e il Tai Chi Chuan andremo in profondità e potremo penetrare la sacralità del Corpo: sul tallone, posizione Yin, sentiremo la possibilità di essere in asse, di avere i tre centri allineati, le braccia si apriranno facilmente come fossero ali ed allora il nostro diaframma libero ci consentirà una profonda inspirazione, sarà più facile aprirci all'interno e sentire quelle emozioni che spesso ci nascondiamo. Sull'avampiede – posizione Yang - potremo rilasciare il bacino e goderci un’espirazione libera, che scarica completamente le nostre tensioni.

Il mito narra che Achille aveva un unico punto debole, vulnerabile: il tallone. Nel Tai Chi Chuan diremmo che aveva un problema di Yin, non riusciva a stare sui talloni, a fermarsi. Colui che sta sempre sulle punte, continua ad andare, ad esempio accelera ai semafori (punta) invece di frenare (tacco).
La discendenza divina, la quasi invulnerabilità lasciano intendere una situazione più evoluta rispetto ai suoi compagni ed ai suoi nemici intenti solo alla guerra ed alla distruzione reciproca. In effetti nell’Odissea ad un certo punto Achille si ferma, “Disse così; al Pelide venne dolore, il suo cuore nel petto peloso fu incerto tra due: se, sfilando la daga acuta via dalla coscia, facesse alzare gli altri, ammazzasse l’Atride, o se calmasse l’ira e contenesse il cuore”. Smette le armi e si domanda le ragioni della guerra contro i Troiani, sa che non nutre motivi personali contro di loro. In quel momento Achille “è” nel suo tallone: in questa posizione si può inspirare, si è più aperti nel Corpo, le emozioni nascoste si aprono all’esterno ed anche i pensieri si fanno più profondi. In questa posizione è invulnerabile. Achille, nonostante le pressioni dei suoi amici Achei, riesce a stare in questa posizione Yin, ma “Yin e Yang amano alternarsi continuamente”, ora comincia l’oscillazione verso lo Yang.

Nella sua storia a questo punto sopraggiungono due problematiche: dapprima gli viene sottratta Briseide, successivamente muore il suo amico Patroclo. Sono due elementi Yin, Briseide una donna e Patroclo un uomo ma dall’animo gentile. Il dolore è troppo forte e Achille si chiude, chiude il suo diaframma ed in esso il dolore. Perde il collegamento con il tallone ed il dolore trattenuto si trasforma in ira, e per l’eroe giunge la fine. Torna una situazione Yang non armonica, reattiva, eccessiva, l’ira funesta senza freno; sarà il Dio Apollo a colpirlo nel calcagno e con la morte a farlo tornare in una nuova situazione Yin. Avrebbe dovuto ritrovare all’interno di se i due elementi Yin perduti per bilanciare l’eccesso di Yang.

Situazione molto attuale: anche noi come Achille, non riusciamo a trovare una soluzione allo Yang, a bilanciare Yin e Yang, siamo capaci solo di usare la rabbia e la forza fisica, degli eserciti, dell’autoritarismo e/o a chiuderci in uno Yin spento, senza luce. Lo Yang nel Tai Chi Chuan è, al contrario, forza che si appoggia allo Yin, forza energetica, che ha respiro, esplosione morbida ma potente, forza neutralizzante, forza svuotata dall’aggressività, non reattiva, forza che ha cuore.


Pubblicato nel numero 5 dei quaderni degli argonauti Giugno 2003

01 June 2003

Gesù e la croce

In ogni epoca troviamo la simbologia della croce: usata dai Cinesi, dagli Indiani d’America, dal Buddismo, dall'Induismo, dai Celti, dal Cristianesimo, dal Nazismo, da ogni cultura, con rappresentazioni diverse e con vari significati.

L’asse orizzontale non sempre è posto alla stessa altezza, in alcune croci è al centro dell’asse verticale; alcune hanno due assi orizzontali, normalmente nel Cristianesimo l'asse orizzontale è posto più in alto del centro, come una spada conficcata nella roccia (la spada è una croce). Nel cristianesimo nei primi tre secoli dopo Cristo non vi è traccia della croce.

La coppia Yin e Yang si forma dappertutto”. Sull'asse che segue la gravità terrestre le varie culture di volta in volta pongono coppie di opposti: “Terra e Cielo”, “Nord e Sud”, “Gioventù e Vecchiaia”; nel cristianesimo abbiamo “il Figlio (Yin) ed il Padre (Yang) ”. Sull'asse dell’orizzonte possiamo trovare “Madre e Padre”, “Est ed Ovest”, “ Corpo e Spirito”, “Nascita e Morte” e nel cristianesimo lo “Spirito Santo”, in cui Yin e Yang sono rivelati dalla parola doppia. Spirito Santo che in Oriente è chiamato Qi, Ki, Prahna, e da noi ora semplicemente energia.

Apocalisse 22:17 “Lo Spirito e la sposa dicono: ‘Vieni’. E chi ode, dica: ‘Vieni’. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita.” Qi, Spirito Santo che è il principio, la forza generativa, e sempre scaturisce dall’incontro tra i due poli Yin e Yang, sempre in coppia: polmoni, (in alcune croci rappresentati sui lati sotto l’asse orizzontale), ovaie, testicoli, reni, ventricoli del cuore, emisferi cerebrali, occhi, orecchie, mani.
Mani che nella meditazione orientale (e nel Presepe sua rappresentazione), unite sotto l’ombelico sono coppia generatrice, (Maria e Giuseppe), e creano la scintilla divina, (il bambin Gesù), nel Tan Tien della pancia (la mangiatoia), che un’altra coppia, Milza e Fegato, (l’asinello ed il bue), scalda.
Normalmente le persone cattoliche tracciano il segno della croce molto in alto, tra testa e cuore; la sfera del bacino, il suo centro, il bambin Gesù cioè il Figlio è del tutto assente, ed alcuni in tarda età tracciano il simbolo solo sul viso, sparisce anche la sfera del cuore.

Nel Tai Chi la stabilità fisica è indice anche di stabilità interiore, e si ottiene quando il baricentro, come un galleggiante, è sospeso nella zona appena sotto l’ombelico ed il Corpo aperto e rilassato. Provando a spingere delicatamente una persona dopo che questa ha tracciato il segno della croce si nota che questa stabilità diminuisce e diminuisce tanto più quanto più alto è il tracciato.
Corinzi 6:19 “Il Corpo è il tempio dello Spirito” ed il segno della croce, come i gesti di tante religioni, prima di diventare un rituale, doveva essere un atto energetico di riunificazione, due coppie di Yin e Yang che portano al centro della croce, al cuore; per un Cattolico sarebbe interessante ritrovare il significato energetico.

Ognuno porta il suo Corpo ed ogni Corpo è immagine del carattere, porta i segni del vissuto. Ogni persona è rispecchiata nel suo Corpo e più è chiuso, più è piegato, più è rigido, più è muscoloso, più è disprezzato, più è trascurato, più è usato come una macchina, più è scisso dalla consapevolezza, e più è una croce pesante da portare. Le spalle sopportano oggetti e situazioni immaginarie o volute e si curvano, le braccia sono dure, il baricentro si sposta in alto e il cuore è afflitto, il diaframma bloccato taglia il Corpo in due. Si crea una situazione conflittuale, masochista, di sensi di colpa, pesante, dualistica: l'Inferno è sotto, sotto terra, sotto il diaframma, nei visceri, nei genitali, si fa "peccato" se uno stimolo viene recepito da questa zona diventata impura e l’energia, lo Spirito Santo non ci avvolge più.

Il Sacro resta bloccato in alto, nel cuore e nella mente, zone diventate pure, e diventa idealizzato, lontano, irraggiungibile. Dio posto in alto diventa giudicante.
“Yin e Yang vivono sempre assieme”, come il nostro sedere e l’osso sacro.
La sfera del bacino è il Sud, il posto dell'energia rigogliosa, della crescita, della libido. La sfera della pancia, del bacino é la sfera dell'anima-litá, la sfera dove siamo cullati per nove mesi prima di nascere, la sfera con cui procreiamo, la sfera del piacere e della creatività. I genitori diventano genitori con la sfera del bacino, i figli diventano figli con la sfera del bacino.

La croce tracciata senza che la mano arrivi al Tan Tien della pancia ricrea la situazione descritta nel libro di Tolkien: il mago Saruman, il Diavolo, si é impossessato della sfera del bacino, ci ha invaso dal diaframma in giù; Saruman che voleva distruggere tutti gli umani con le sue orde di orchi non è nient’altro che il riflesso in basso del Padre scisso, la nostra volontà di potenza si ritorce contro di noi, quelle pulsioni genitali che da bimbi erano naturali ora sono fiamme dell’inferno.
Quando la mano che scende tocca il cuore lo pone a Sud, non al centro del segno, centro che invece sarà nella gola, tagliata dall'asse orizzontale. Il cuore bloccato tra una gola ed un diaframma chiusi non può dirigere quella libido che sta a Sud e che lasciata sola diventa sete di potere, vendetta narcisistica, l'anima-le in noi, diventa belva: donne e uomini bruciati sui roghi, crociate, guerre in nome di Dio... Luca 9:58 “E Gesù gli rispose: Le volpi hanno delle tane (sfera del bacino) e gli uccelli del cielo dei nidi (sfera della testa), ma il Figliuol dell'uomo (sfera del cuore) non ha dove posare il capo.” (schiacciando lo sterno per chiudere il cuore il capo non trova appoggio e la gola si serra).

Aragorn, il cuore, è un “ramingo”, è solo, senza popolo, senza un posto dove andare, è erede di una leggendaria spada che porta con sé ma che è rotta. Al termine del “Signore degli Anelli” Aragorn, con la spada ricostruita, dopo aver sconfitto, grazie all'aiuto di Nani, Elfi, Hobbit, Uomini e Donne, cioè delle nostre parti sane, i vari “mostri” assetati di potere, s’insedierà nel suo regno e riunificherà il mondo che torna libero.

La vita c’insegna a non negare mai una nostra parte, cerca sempre di ricondurci sulla via della consapevolezza, anche grazie alla malattia: quanti disturbi al giorno d’oggi nella parte “bassa” del Corpo , un richiamo di attenzione, una richiesta di libertà.

La rappresentazione del Cristo sulla croce nelle nostre chiese è di un corpo morto, appeso, che pende dalla croce e dà chi guarda, soprattutto ai bambini, una sensazione, spesso inconsapevole, di blocco, di pesantezza, di angoscia.

Gesù Risorto ha integrato il suo Corpo, la croce, nella persona, lo ha reso vuoto, leggero, aperto, energetico; è volato in cielo (il simbolo della colomba), ha estratto la spada, non sente più il Padre in alto che lo schiaccia ma si siede accanto a lui. Padre, Figlio e Spirito Santo, i tre centri si sono integrati nel Cristo. La croce scompare, coincide con lo scheletro, il Corpo siamo noi, le spalle e le braccia non più strumenti di fatica sono libere, diventano simili ad ali (osserviamo i dipinti degli Angeli): ora nella vita si può volare. Non c'è più dualismo, il baricentro scende nella pancia, il diaframma è libero, l'inferno pure, tutto diventa sacro, tutto diventa profano, si torna come quando bimbi di pochi mesi amavamo mettere in bocca i nostri piedi.

Il Cristianesimo ha preso come simbolo Gesù morto sulla croce mettendo così in secondo piano il Cristo Risorto, non ha aiutato gli esseri umani a liberarsi dalla Croce che il Cristo ha fatto “sparire” e gli ha lasciati per secoli con la paura di perdere la propria croce narcisistica attivando un meccanismo Yin e Yang di ritorno: piegati e deboli sotto il suo peso, pieni di sensi di colpa.
E’ facile controllare persone e bambini e se stessi chiudendo il Corpo: si respira poco, le pulsioni si bloccano, si ritorcono verso l’interno e non danno fastidio. In Cina negli ultimi decenni il Tai Chi Chuan e gli esercizi energetici del Qi Gong sono stati modificati, resi ginnici, sportivi, chiusi per mantenere la popolazione asservita. Movimenti che si rifanno a stili più antichi, più aperti, come il Fa Lun Gong, sono banditi ed operano in clandestinità.
Un esempio occidentale si trova nel galateo, a tavola i gomiti vanno tenuti chiusi, ottima posizione per bloccare le pulsioni dei figli, soprattutto delle figlie. Si appende la croce in classe quando il potere politico diventa più autoritario.

Marco 14:36 “Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi.” Gesù si affida al padre, cosa voleva insegnare il Padre a Gesù e per suo tramite all'umanità?

Si inizia la vita inspirando, la si termina espirando. Gesù muore, esala, ma poi risorto, di nuovo inspira: il Padre gli dà, ci dà la certezza che dopo l’espirazione, anche se l’ultima, avremo sempre una nuova inspirazione, non importa se resuscitati o in Paradiso o nel Nirvana o in una possibile reincarnazione o come atomi sparsi nell'universo. Se espiro totalmente in quest’istante, dovunque mi trovo, anche su una croce, avrò sempre una nuova possibilità di inspirare. Il Padre ci ha mostrato che “dopo lo Yang c’è di nuovo lo Yin”, Gesù che espira diventa il Cristo che inspira.
Gli Scribi del tempio, chiusi nella loro religione senza più linfa, religione di potere, scissi come una testa isolata domina il Corpo senza accorgersi che così toglie vita anche a se stessa vogliono la morte di Gesù e lo fanno crocifiggere sul Golgota (testa): non potevano accettare quello che è sempre stato un metodo rivoluzionario, usato da Lao Tze, da Buddha, da qualsiasi essere in contatto con se stesso e non identificato in una sola parte di sé, testa, cuore o pancia.
Gesù lo chiamava “Padre”, Lao Tze “il non-agire”, l’azione che nasce dalla non reazione, Davide Lopez, direbbe si affida alla potenza del preconscio, nel fertile rapporto tra questa e la consapevolezza.

Certo Gesù non intendeva limitare l'intera divinità al solo “Padre”, come tuttavia è accaduto: se all'inizio del segno della croce, toccandoci la fronte diciamo "nel nome del Padre" e per secoli identifichiamo Dio esclusivamente con il Padre stiamo scindendo la trinità e menomando il Corpo. La testa diventa Dio, un Dio razionale e maschile, e Dio diventa un mostro, più un Diavolo che opprime ed uccide, come è successo e succede in occidente. Ma Dio è anche Dia - perché limitarlo - ed il Padre é anche cuore e pancia, ne ha ben diritto! Anche nell'induismo abbiamo una trinità, Brahma, “la prima manifestazione”, è posto nella pancia, regge il cuore, Vishnu e la testa, Shiva.

Problema molto attuale per l’umanità il monoteismo, questa ricerca ossessiva dell’unità, del proprio Dio migliore di quell'altro a propria immagine e somiglianza senza comprendere che l'uno si scinde sempre in Yin e Yang, il due, e che esiste anche lo zero, il vuoto e Dio ama celarsi in esso.
Lao Tzu direbbe che il Creatore è il grande “Tao” che tutto e nulla abbraccia.

01 May 2003

I tre centri

“I tre centri”

Nel taoismo la sacralità del Corpo si esprime nelle sue molte rappresentazioni - paesaggi con monti, laghi, fiumi, campi - e nei poetici nomi: il cuscino di giada è la nuca, la pagoda a dodici piani è la gola, il fondo dell’oceano è il perineo. Corpo tenuto in grande considerazione perché è il nostro dono, è la nostra possibilità di vita sulla Terra. La meditazione taoista è andata molto in profondità nell’esplorazione del nostro veicolo, esplorazione che ha dato secoli fa grandi possibilità artistiche e risposte scientifiche: la medicina cinese, la chimica, la fisica quantistica, la comprensione di leggi universali.
Chu King Hung, maestro di Tai Chi Chuan dei nostri giorni, grazie all’ombrello o all’automobile o all’aereo, dà profonde spiegazioni sulla funzionalità del nostro Corpo: mani e piedi come ruote, il diaframma come pistone, la mente come batteria, l’apertura e la chiusura dell’ombrello come la nostra respirazione e così via. Non che il Corpo sia una macchina ma tutti i ritrovati tecnici, spiega, sono ad immagine e somiglianza e funzionalità del Corpo. Comprensione che dà ai nostri insegnanti di Tai Chi la possibilità di trovarsi di fronte a bambini, ad adulti, ad anziani in luoghi diversi: scuole, associazioni, ospedali, e persino carceri a spiegare cose semplici che molti hanno disimparato, come piegarsi per allacciare le scarpe senza soffrire.
Un sommelier quando alza il gomito per assaporare il vino vi dirà che lo fa per l'estetica del gesto, è vero ma c’è di più: alzando il gomito, il diaframma e la gola si aprono, l'olfatto ed il gusto sono potenziati. E’ questo gesto che ne fa un Sommelier e intuiremo da dove nasce l'espressione “alzare il gomito”.
La nostra cultura ginnica e sportiva, le varie arti come la danza classica, invece hanno usato il Corpo come una macchina, utilizzandolo e devastandolo a fini narcisistici di prestazioni e competizione. I culturisti ad esempio: potenziano muscoli che poi impediranno loro una respirazione libera ed una deambulazione normale.
Un amore per il Corpo, per noi stessi, che nei secoli abbiamo dimenticato ed il cui recupero osteggiato e deriso, lascia chiaramente intravedere un dominio di uno dei tre centri sugli altri due. Testa, cuore, pancia: tre mondi, tre centri, tre sfere; un disallineamento od uno squilibrio di uno di questi porta alla disarmonia fisica e mentale.
La colonna vertebrale è l'asse, la colonna portante: in alto la testa, in mezzo cuore, polmoni e braccia, in basso reni, pancia, bacino e gambe.
Punti nodali, piani di unione delle tre sfere sono gola e diaframma, qualsiasi tensione e chiusura si riflette su di essi.
Il profondo e geniale lavoro sul carattere ed il linguaggio del corpo di Wilhelm Reich fanno sospettare in lui conoscenze taoiste. L’essere umano percepito come sfera, il neonato preso a modello: è come una palla, rotondo, morbido, potente energeticamente, respira con il diaframma. Poi il bambino, crescendo, perde questo stato, blocchi emotivi si ripercuotono nel suo Corpo che tenderà a chiudersi. Un bambino va a scuola, trova una situazione che non capisce, calata dall’alto, piange, sente una situazione di giudizio intorno a sé, si vergogna, schiaccia lo sterno per bloccare il pianto. A questo punto il respiro si accorcia, la gola si stringe perché la sfera del cuore si svuota e la testa trova meno appoggio. Sentirà meno dolore perché questo è bloccato nella sfera del cuore, potrà avere crisi d’asma che serviranno a liberare da questa sfera energia in eccesso, forse gli faranno dei test allergici e lo “cureranno”. Ora l’energia è più bloccata con rischi per il cuore più alti; la vita gli darà molte possibilità di ritrovare quella condizione di sfera aperta, dovrà lavorare su tre piani: energetico, emotivo e mentale e avrà bisogno del suo Corpo e della sua consapevolezza per fare questo.
Ogni sfera ha un centro, un Tan Tien: il Palazzo di Cristallo all’interno della testa, dietro gli occhi, tra le orecchie, centro dello Yi, dell’intenzione, la mente; il Palazzo Scarlatto, il cuore, residenza dell’imperatore, centro della sfera tra gola e diaframma, centro delle emozioni, ed il Campo di Cinabro, punto energetico misterioso da sempre (Hara per i Giapponesi, punto vitale dove facevano Hara-Kiri) sotto l’ombelico, centro della sfera tra diaframma e perineo, baricentro del Corpo fisico, sede del Qi, l’energia e punto di partenza del respiro, simile al pulsante di apertura dell’ombrello.
Ogni centro è importante nello stesso modo: nel taoismo la salute si raggiunge quando arriviamo alla consapevolezza dell’uguale importanza delle tre sfere e riusciamo a tenerle collegate ed in armonia.

Ne Il Signore degli anelli di Tolkien abbiamo un epico inseguimento di tre eroi: il nano Gimli che usa l'ascia, guerriero di grande forza fisica, abita sotto terra, è la nostra pancia, il bacino; l'elfo Legolas, con l'arco non manca mai il bersaglio, ha una vista da falco, e il suo popolo vive sopra gli alberi, rappresenta la nostra testa; l'umano Aragorn, che capta le tracce degli amici Hobbit con l'intuito, decide la via, rappresenta il cuore. Tutti e tre di stirpe reale al termine dell'inseguimento incontreranno il mago Gandalf “il grigio”, che pensavano morto in un incredibile duello con un Balrog, terribile demone di fuoco. Ora è Gandalf “il bianco”. L'incontro simboleggia il termine di una scissione dei nostri tre centri: ora riuniti nuovamente nel mago, sono molto più forti. Ma cosa inseguivano i nostri tre eroi? Due piccoli Hobbit, cioè due bambini, rapiti dai tremendi Orchi o meglio perduti e confusi con loro. E’ la ricerca del bambino interiore, cioè la ricerca di quelle pulsioni naturali, di quelle emozioni, di quella intelligenza del Corpo che abbiamo dovuto "perdere" in una società giudicante e squilibrata nei suoi tre centri, in cui il nostro bambino interiore è percepito come il diavolo mentre è la nostra parte più antica e quindi più saggia. Gli orchi, e con loro l'identificazione delle pulsioni con il male, saranno distrutti dai cavalieri di Rohan. Sono uomini a cavallo: hanno il centro della sfera del bacino, il baricentro, collegato col cavallo; la loro energia di base è di supporto al resto della persona. I due Hobbit sono ora liberi, salvi in una foresta con dei pastori di alberi, gli Ent, antichissime entità sagge della natura; sono tra loro simili.
Nel libro di Tolkien il male è rappresentato da due personaggi maschili, entrambi vivono in due alte torri. Il primo, Sauron, è un occhio infuocato ed è situato ad Est, posizione dove nasce il sole. Ad Est per gli indiani d'America si pone il Grande Spirito, il padre. Il secondo cattivo è il mago Saruman, la sua torre svetta isolata a Sud in una valle resa arida dalla sua sete di potere. Sud è il luogo dove gli indiani d’America pongono l’infanzia, l’energia della crescita, il sole a mezzogiorno, ed anche l’essere umano, mentre per l’occidente spesso il Sud è il luogo del diavolo. Saruman è sconfitto dai due Hobbit, aiutati dagli Ent, quando l'acqua, come un orgasmo, rotti gli argini della diga spazza la desolata dimora del mago ed il Sud torna ad essere una valle incantevole.
Contemporaneamente, in cammino verso Est, verso il monte Fato, un vulcano vicino alla torre di Sauron, l’altro malvagio, troviamo Sam Gangee, e Frodo Baggins. Frodo – il cuore - ha l’incarico di salvare il mondo gettando l’anello del potere, creato da Sauron, all’interno del cratere. Si perdono, sono solo in due, non hanno la testa. Ne trovano una “pazza” in Gollum, un essere strisciante alla ricerca del “suo tesoro”, l’anello di cui un tempo era in possesso. Gollum detesta Sam - la pancia – e vorrebbe uccidere i due Hobbit per riprendere l’anello, riprendere il comando sugli altri due centri, situazione che lo aveva un tempo quasi distrutto. Poco alla volta sente la fiducia di Frodo, del cuore, e torna a galla la parte sana della mente, si ricorda che il suo vero nome era Smeagol, ora è in sintonia con i due Hobbit e salva Frodo dalla morte. In seguito, una circostanza avversa, gli fa crollare questa fiducia e Smeagol viene di nuovo soppiantato da Gollum; riesce comunque ad indicare la direzione in mezzo a mille pericoli.
L’arrivo alla meta nel tratto finale è impresa titanica, compiuta da Sam che porta Frodo sulle spalle su per il monte Fato; per loro fortuna l’occhio malevole di Sauron era troppo intento nella conquista del mondo e quando si accorge che tre piccoli esseri sono ormai al centro del suo regno con il suo anello è troppo tardi. L’epilogo vede sul ciglio del vulcano la lotta tremenda tra la testa ed il cuore, Gollum nel momento in cui si crede vittorioso ed ha in mano l’anello del potere inciampa e scompare dentro il vulcano fumante. Solo il cuore tra tutti poteva portare l’anello senza esserne sopraffatto. A questo punto l’impero di Sauron crolla, il mondo è libero dal male, a salvare Sam e Frodo arriva su di un’aquila il mago Gandalf, ha con se altre due aquile per i piccoli Hobbit; sono di nuovo in tre.

01 January 2003

La spada nella roccia

La spada è un simbolo importante in tutte le culture, ha due tagli, è doppia come la mente che crea e distrugge; per il Taoismo rappresenta l'acqua, lo Yin, contrapposta alla sciabola, il fuoco, lo Yang.
Nelle arti marziali come il Tai Chi Chuan, la spada è manovrabile se il suo baricentro cade ad un terzo dall’impugnatura. La spada rappresenta anche la colonna vertebrale: l'impugnatura coincide con l'osso sacro, il baricentro con il “Campo di Cinabro” (baricentro del Corpo umano), il secondo terzo con il cuore e la punta corrisponde alla testa.

Il film per bambini (?) di Walt Disney La Spada nella roccia
ci fornisce una chiave interpretativa semplice e profonda.

I tempi sono cupi, l'Inghilterra non ha re: la leggenda vuole che lo diventi
solo colui che riuscirà ad estrarre una spada dalla roccia.
Nessuno ci è mai riuscito ed allora si organizza un torneo: il vincitore sarà incoronato re.

La lotta, la sfida con le armi come unico mezzo che l’uomo sempre trova per risolvere i suoi conflitti, genera tempi cupi e la spada, segno dei tempi, è infissa nella roccia, girata verso il basso, nei Tarocchi segno infausto.

L'osso sacro è tenuto fermo come roccia, e quindi la colonna è rigida, il movimento del Corpo parte dall’alto, dalla testa, il baricentro è nel cuore e non nella pancia, siamo squilibrati, il diaframma è bloccato e il respiro superficiale, la testa è troppo pesante, piena di pensieri gira a vuoto...
Semola, così è soprannominato colui che sarà il futuro re Artù, ragazzo mingherlino, si trova a far da scudiero al fratellastro, un ragazzo con molti muscoli ma di scarso cervello. All'inizio del torneo si accorge di aver dimenticato la spada del fratello alla locanda, vi ritorna ma la trova chiusa, lì accanto vede una spada nella roccia, la prende e la porta al fratello! Qui il padrino riconosce che è quella spada ed i valenti e forti cavalieri si stupiscono che un ragazzino sia riuscito ad estrarla. Tornano allora alla roccia per una riprova. Subito fa capolino l'ingordigia, ora altri vogliono provare pensando che sia ormai un gioco da ragazzi… ma non ci riescono.

Il motivo è semplice, tutti la estraggono per un fine egocentrico, non riescono a farne un “gioco da ragazzi”, tutti usano la forza, la spada non può essere estratta con la forza. Quando una motivazione nasce “di testa” e come se la spada (la colonna vertebrale) fosse impugnata dall’alto, il movimento di tirare nasce dalle spalle ed è usata la forza muscolare. Il bacino, l'osso sacro, l'acqua si blocca e la punta della spada, in giù, è nella roccia e rimane rovesciata. Per il Tai Chi la capacità energetica del Corpo è inversamente proporzionale alla forza muscolare applicata.

A questo punto un nobile cavaliere ferma tutti e fa riprovare Semola. La spada scivola fuori e punta verso il cielo dove le nubi finalmente s'aprono, un raggio di sole scende su di essa (lo Yang, il fuoco che incontra lo Yin, l'acqua) e ora il ragazzo diventa re Artù, meritato re: è stato l'unico a non usare la forza muscolare, a non estrarla per sé, per un se testa, ma per sé essere completo.

Naturalmente Semola non era così sprovveduto, aveva un maestro, il grande mago Merlino e con lui aveva superato tre stadi: nel primo era stato pesce, aveva affrontato l'acqua, aveva aperto le sensazioni corporee, il bacino; nel secondo era stato uccello, aveva affrontato l'aria, aveva aperto la mente; nel terzo era stato scoiattolo ed una scoiattola si era innamorata di lui, aveva aperto il cuore.