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Mente, diaframma, corpo

Negli ultimi anni lo studio ultra trentennale del Tai Chi e del Qi Gong della International Tai Chi Chuan Association, scuola fondata dalla ...

01 January 2003

La spada nella roccia

La spada è un simbolo importante in tutte le culture, ha due tagli, è doppia come la mente che crea e distrugge; per il Taoismo rappresenta l'acqua, lo Yin, contrapposta alla sciabola, il fuoco, lo Yang.
Nelle arti marziali come il Tai Chi Chuan, la spada è manovrabile se il suo baricentro cade ad un terzo dall’impugnatura. La spada rappresenta anche la colonna vertebrale: l'impugnatura coincide con l'osso sacro, il baricentro con il “Campo di Cinabro” (baricentro del Corpo umano), il secondo terzo con il cuore e la punta corrisponde alla testa.

Il film per bambini (?) di Walt Disney La Spada nella roccia
ci fornisce una chiave interpretativa semplice e profonda.

I tempi sono cupi, l'Inghilterra non ha re: la leggenda vuole che lo diventi
solo colui che riuscirà ad estrarre una spada dalla roccia.
Nessuno ci è mai riuscito ed allora si organizza un torneo: il vincitore sarà incoronato re.

La lotta, la sfida con le armi come unico mezzo che l’uomo sempre trova per risolvere i suoi conflitti, genera tempi cupi e la spada, segno dei tempi, è infissa nella roccia, girata verso il basso, nei Tarocchi segno infausto.

L'osso sacro è tenuto fermo come roccia, e quindi la colonna è rigida, il movimento del Corpo parte dall’alto, dalla testa, il baricentro è nel cuore e non nella pancia, siamo squilibrati, il diaframma è bloccato e il respiro superficiale, la testa è troppo pesante, piena di pensieri gira a vuoto...
Semola, così è soprannominato colui che sarà il futuro re Artù, ragazzo mingherlino, si trova a far da scudiero al fratellastro, un ragazzo con molti muscoli ma di scarso cervello. All'inizio del torneo si accorge di aver dimenticato la spada del fratello alla locanda, vi ritorna ma la trova chiusa, lì accanto vede una spada nella roccia, la prende e la porta al fratello! Qui il padrino riconosce che è quella spada ed i valenti e forti cavalieri si stupiscono che un ragazzino sia riuscito ad estrarla. Tornano allora alla roccia per una riprova. Subito fa capolino l'ingordigia, ora altri vogliono provare pensando che sia ormai un gioco da ragazzi… ma non ci riescono.

Il motivo è semplice, tutti la estraggono per un fine egocentrico, non riescono a farne un “gioco da ragazzi”, tutti usano la forza, la spada non può essere estratta con la forza. Quando una motivazione nasce “di testa” e come se la spada (la colonna vertebrale) fosse impugnata dall’alto, il movimento di tirare nasce dalle spalle ed è usata la forza muscolare. Il bacino, l'osso sacro, l'acqua si blocca e la punta della spada, in giù, è nella roccia e rimane rovesciata. Per il Tai Chi la capacità energetica del Corpo è inversamente proporzionale alla forza muscolare applicata.

A questo punto un nobile cavaliere ferma tutti e fa riprovare Semola. La spada scivola fuori e punta verso il cielo dove le nubi finalmente s'aprono, un raggio di sole scende su di essa (lo Yang, il fuoco che incontra lo Yin, l'acqua) e ora il ragazzo diventa re Artù, meritato re: è stato l'unico a non usare la forza muscolare, a non estrarla per sé, per un se testa, ma per sé essere completo.

Naturalmente Semola non era così sprovveduto, aveva un maestro, il grande mago Merlino e con lui aveva superato tre stadi: nel primo era stato pesce, aveva affrontato l'acqua, aveva aperto le sensazioni corporee, il bacino; nel secondo era stato uccello, aveva affrontato l'aria, aveva aperto la mente; nel terzo era stato scoiattolo ed una scoiattola si era innamorata di lui, aveva aperto il cuore.