“I tre centri”
Nel taoismo la sacralità del Corpo si esprime nelle sue molte rappresentazioni - paesaggi con monti, laghi, fiumi, campi - e nei poetici nomi: il cuscino di giada è la nuca, la pagoda a dodici piani è la gola, il fondo dell’oceano è il perineo. Corpo tenuto in grande considerazione perché è il nostro dono, è la nostra possibilità di vita sulla Terra. La meditazione taoista è andata molto in profondità nell’esplorazione del nostro veicolo, esplorazione che ha dato secoli fa grandi possibilità artistiche e risposte scientifiche: la medicina cinese, la chimica, la fisica quantistica, la comprensione di leggi universali.
Chu King Hung, maestro di Tai Chi Chuan dei nostri giorni, grazie all’ombrello o all’automobile o all’aereo, dà profonde spiegazioni sulla funzionalità del nostro Corpo: mani e piedi come ruote, il diaframma come pistone, la mente come batteria, l’apertura e la chiusura dell’ombrello come la nostra respirazione e così via. Non che il Corpo sia una macchina ma tutti i ritrovati tecnici, spiega, sono ad immagine e somiglianza e funzionalità del Corpo. Comprensione che dà ai nostri insegnanti di Tai Chi la possibilità di trovarsi di fronte a bambini, ad adulti, ad anziani in luoghi diversi: scuole, associazioni, ospedali, e persino carceri a spiegare cose semplici che molti hanno disimparato, come piegarsi per allacciare le scarpe senza soffrire.
Un sommelier quando alza il gomito per assaporare il vino vi dirà che lo fa per l'estetica del gesto, è vero ma c’è di più: alzando il gomito, il diaframma e la gola si aprono, l'olfatto ed il gusto sono potenziati. E’ questo gesto che ne fa un Sommelier e intuiremo da dove nasce l'espressione “alzare il gomito”.
La nostra cultura ginnica e sportiva, le varie arti come la danza classica, invece hanno usato il Corpo come una macchina, utilizzandolo e devastandolo a fini narcisistici di prestazioni e competizione. I culturisti ad esempio: potenziano muscoli che poi impediranno loro una respirazione libera ed una deambulazione normale.
Un amore per il Corpo, per noi stessi, che nei secoli abbiamo dimenticato ed il cui recupero osteggiato e deriso, lascia chiaramente intravedere un dominio di uno dei tre centri sugli altri due. Testa, cuore, pancia: tre mondi, tre centri, tre sfere; un disallineamento od uno squilibrio di uno di questi porta alla disarmonia fisica e mentale.
La colonna vertebrale è l'asse, la colonna portante: in alto la testa, in mezzo cuore, polmoni e braccia, in basso reni, pancia, bacino e gambe.
Punti nodali, piani di unione delle tre sfere sono gola e diaframma, qualsiasi tensione e chiusura si riflette su di essi.
Il profondo e geniale lavoro sul carattere ed il linguaggio del corpo di Wilhelm Reich fanno sospettare in lui conoscenze taoiste. L’essere umano percepito come sfera, il neonato preso a modello: è come una palla, rotondo, morbido, potente energeticamente, respira con il diaframma. Poi il bambino, crescendo, perde questo stato, blocchi emotivi si ripercuotono nel suo Corpo che tenderà a chiudersi. Un bambino va a scuola, trova una situazione che non capisce, calata dall’alto, piange, sente una situazione di giudizio intorno a sé, si vergogna, schiaccia lo sterno per bloccare il pianto. A questo punto il respiro si accorcia, la gola si stringe perché la sfera del cuore si svuota e la testa trova meno appoggio. Sentirà meno dolore perché questo è bloccato nella sfera del cuore, potrà avere crisi d’asma che serviranno a liberare da questa sfera energia in eccesso, forse gli faranno dei test allergici e lo “cureranno”. Ora l’energia è più bloccata con rischi per il cuore più alti; la vita gli darà molte possibilità di ritrovare quella condizione di sfera aperta, dovrà lavorare su tre piani: energetico, emotivo e mentale e avrà bisogno del suo Corpo e della sua consapevolezza per fare questo.
Ogni sfera ha un centro, un Tan Tien: il Palazzo di Cristallo all’interno della testa, dietro gli occhi, tra le orecchie, centro dello Yi, dell’intenzione, la mente; il Palazzo Scarlatto, il cuore, residenza dell’imperatore, centro della sfera tra gola e diaframma, centro delle emozioni, ed il Campo di Cinabro, punto energetico misterioso da sempre (Hara per i Giapponesi, punto vitale dove facevano Hara-Kiri) sotto l’ombelico, centro della sfera tra diaframma e perineo, baricentro del Corpo fisico, sede del Qi, l’energia e punto di partenza del respiro, simile al pulsante di apertura dell’ombrello.
Ogni centro è importante nello stesso modo: nel taoismo la salute si raggiunge quando arriviamo alla consapevolezza dell’uguale importanza delle tre sfere e riusciamo a tenerle collegate ed in armonia.
Ne Il Signore degli anelli di Tolkien abbiamo un epico inseguimento di tre eroi: il nano Gimli che usa l'ascia, guerriero di grande forza fisica, abita sotto terra, è la nostra pancia, il bacino; l'elfo Legolas, con l'arco non manca mai il bersaglio, ha una vista da falco, e il suo popolo vive sopra gli alberi, rappresenta la nostra testa; l'umano Aragorn, che capta le tracce degli amici Hobbit con l'intuito, decide la via, rappresenta il cuore. Tutti e tre di stirpe reale al termine dell'inseguimento incontreranno il mago Gandalf “il grigio”, che pensavano morto in un incredibile duello con un Balrog, terribile demone di fuoco. Ora è Gandalf “il bianco”. L'incontro simboleggia il termine di una scissione dei nostri tre centri: ora riuniti nuovamente nel mago, sono molto più forti. Ma cosa inseguivano i nostri tre eroi? Due piccoli Hobbit, cioè due bambini, rapiti dai tremendi Orchi o meglio perduti e confusi con loro. E’ la ricerca del bambino interiore, cioè la ricerca di quelle pulsioni naturali, di quelle emozioni, di quella intelligenza del Corpo che abbiamo dovuto "perdere" in una società giudicante e squilibrata nei suoi tre centri, in cui il nostro bambino interiore è percepito come il diavolo mentre è la nostra parte più antica e quindi più saggia. Gli orchi, e con loro l'identificazione delle pulsioni con il male, saranno distrutti dai cavalieri di Rohan. Sono uomini a cavallo: hanno il centro della sfera del bacino, il baricentro, collegato col cavallo; la loro energia di base è di supporto al resto della persona. I due Hobbit sono ora liberi, salvi in una foresta con dei pastori di alberi, gli Ent, antichissime entità sagge della natura; sono tra loro simili.
Nel libro di Tolkien il male è rappresentato da due personaggi maschili, entrambi vivono in due alte torri. Il primo, Sauron, è un occhio infuocato ed è situato ad Est, posizione dove nasce il sole. Ad Est per gli indiani d'America si pone il Grande Spirito, il padre. Il secondo cattivo è il mago Saruman, la sua torre svetta isolata a Sud in una valle resa arida dalla sua sete di potere. Sud è il luogo dove gli indiani d’America pongono l’infanzia, l’energia della crescita, il sole a mezzogiorno, ed anche l’essere umano, mentre per l’occidente spesso il Sud è il luogo del diavolo. Saruman è sconfitto dai due Hobbit, aiutati dagli Ent, quando l'acqua, come un orgasmo, rotti gli argini della diga spazza la desolata dimora del mago ed il Sud torna ad essere una valle incantevole.
Contemporaneamente, in cammino verso Est, verso il monte Fato, un vulcano vicino alla torre di Sauron, l’altro malvagio, troviamo Sam Gangee, e Frodo Baggins. Frodo – il cuore - ha l’incarico di salvare il mondo gettando l’anello del potere, creato da Sauron, all’interno del cratere. Si perdono, sono solo in due, non hanno la testa. Ne trovano una “pazza” in Gollum, un essere strisciante alla ricerca del “suo tesoro”, l’anello di cui un tempo era in possesso. Gollum detesta Sam - la pancia – e vorrebbe uccidere i due Hobbit per riprendere l’anello, riprendere il comando sugli altri due centri, situazione che lo aveva un tempo quasi distrutto. Poco alla volta sente la fiducia di Frodo, del cuore, e torna a galla la parte sana della mente, si ricorda che il suo vero nome era Smeagol, ora è in sintonia con i due Hobbit e salva Frodo dalla morte. In seguito, una circostanza avversa, gli fa crollare questa fiducia e Smeagol viene di nuovo soppiantato da Gollum; riesce comunque ad indicare la direzione in mezzo a mille pericoli.
L’arrivo alla meta nel tratto finale è impresa titanica, compiuta da Sam che porta Frodo sulle spalle su per il monte Fato; per loro fortuna l’occhio malevole di Sauron era troppo intento nella conquista del mondo e quando si accorge che tre piccoli esseri sono ormai al centro del suo regno con il suo anello è troppo tardi. L’epilogo vede sul ciglio del vulcano la lotta tremenda tra la testa ed il cuore, Gollum nel momento in cui si crede vittorioso ed ha in mano l’anello del potere inciampa e scompare dentro il vulcano fumante. Solo il cuore tra tutti poteva portare l’anello senza esserne sopraffatto. A questo punto l’impero di Sauron crolla, il mondo è libero dal male, a salvare Sam e Frodo arriva su di un’aquila il mago Gandalf, ha con se altre due aquile per i piccoli Hobbit; sono di nuovo in tre.