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03 November 2010

Viaggio in Cina 2 - i giardini di Suzhou: "La mobilità nell'immobilità"

Questo video l'ho girato in due giardini a Suzhou.



Sono famosi, forse un tempo erano meravigliosi, ma la città è stata bombardata dai Giapponesi e sono stati ricostruiti.

All'interno di uno dei giardini abbiamo dei Bonsai, la guida ci spiega che i giapponesi li han copiati, anche il nome Bun Zai è cinese. Ai nostri occhi sembrano enormi, così abituati a vedere i manichei piccoli alberi trattati dai giapponesi in spazi ben più ristretti di questi, espressione del loro coatto bisogno di ridurre le pulsioni vitali della natura in piccole gabbia ben controllate...
I giapponesi hanno sempre copiato dalla sorella maggiore, lo Zen è una imitazione ossessiva del leggendario Chan cinese, espressione altissima dell'incontro fra Taoismo e Confucianesimo i cui insegnamenti possiamo ancora leggere in molti scritti tramandatici dagli "illuminati" Chan.
"Non dimorare nel dimorare, non dimorare nel non dimorare", recitano i sommi Hui Neng, Hui Hai e Huang Po (spesso viene compresa solo la prima parte della frase).

I fasti della Cina dovevano essere fonte di fortissima invidia per la piccola nazione contornata dall'acqua, se poi si espresse con tanta distruttività causando alla grande Cina milioni di morti...
I Giapponesi hanno copiato tutto dalla Cina, ma non si eran dati la pena di copiare il Tai Chi, troppo difficile capire la morbidezza di quest'arte per farla propria, neppure i Cinesi moderni, riescono più a comprendere la nobile arte Taoista, si, l'hanno reintrodotta nel 1956, ma da allora non riescono più a sentirne la profondità, non possono, una società confuciana, non può capire il taoismo, non può capire la fluidità.

Appaiono nei giardini tracce di antica comprensione, come la piccola pagoda con le aperture sui quattro lati che coglievano l'energia di ciascuna stagione, antiche comprensioni energetiche, che gli indiani d'America con le loro pietre delle medicina avevano capito.
I giardini comunque hanno ancora il pregio di esser un luogo di pace e meditazione e i vari angoli e scorci danno la sensazione della "mobilità nell'immobilità" che il video vorrebbe presuntuosamente trasmettere anche grazie al brano dei VNV Nation, gruppo di "industrial rock" che per la legge degli opposti ci regala un momento di quiete in questa città di sette milioni di abitanti.
La musica riesce persino ad integrarsi con la "donna flauto" eternamente suonante, perfetta e posticcia, uno dei tanti ritrovati turistici che ormai abbondano nella Cina.
Neppure la guida con il suo divertente inglese cadenzato in cinese, riesce comunque a non esser Yin Yang fra i sassi di questi antichi luoghi e la scena finale con il boschetto di bambù ed il portale rotondo ci danno un momento di magia.

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