In seguito, imparato a dialogare con la profondità e la spietatezza dell'inconscio, ho capito che l'uso di siffatto termine viene dal malcelato voler assegnare il dominio del potere all'uomo a discapito della donna.
Il taoismo, grande artefice di saggezza ci insegna che non esiste una disparità in nulla, per cui donna e uomo sono una sola entità, anzi, si dice sempre Yin e Yang, donna, uomo, non uomo e donna, perchè tutto nasce dallo Yin e muore nello Yang, come l'onda nasce dall'ultimo movimento dell'acqua sulla sabbia e muore sparendo nella sabbia.
Diffidiamo dunque da chi usa il termine uomo, non perché persona cattiva, ma perché il livello di consapevolezza non ha ancora raggiunto vette libere dove possiamo respirare felici...
Finisco con un mio amato autore, Tolkien. Cito uno dei momenti più belli della sua opera, capolavoro dell'umanità, "Il signore degli anelli", che ci regala questo episodio fra mille momenti di grande profondità, eccolo: Eowyin, prode cavallerizza, ma donna, per cui non considerata dal mondo maschile, uccide, insieme alla sua controparte Yang, Merril, il capo dei Nazgul, un essere demoniaco e invincibile.
Travestita da cavaliere per poter combattere, in mezzo all'esercito del suo popolo, per la soppravivvenza dello stesso, si trova davanti, pieno di boria maschile e superbia, il Nazgul che irridendola, pensandola nella sua stupiditá un maschio, le getta in faccia la profezia del suo destino: tu sciocco! Tu non puoi ostacolarmi, nessun "uomo" vivente può farlo! Non avrebbe mai potuto pensare di avere davanti a se una donna. Lei gli risponde: "non sono un uomo, sono una donna" e lo trafigge.
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