Nel libro Pinocchio di Collodi, il falegname Geppetto crea il burattino di legno Pinocchio. Questi, nonostante vari tentativi del superio, rappresentato da un grillo parlante, dallo stesso padre e da una madre fata di farne un “bravo ragazzo”, scappa da casa. Pinocchio segue il suo istinto e percorre la “sua via”, guidato e salvato dal preconscio, e va per il mondo superando mille avventure iniziatiche alla ricerca della madre e del padre perduti o meglio mai accettati perché non ancora veri genitori ma solo tutori punitivi.
Pinocchio è di legno di Pino, il dottor Edward Bach scelse per i suoi rimedi floreali il fiore del Pino per coloro che sono in preda a sensi di colpa, sensi di colpa che tendono a schiacciare il burattino che ancora non sa discernere, ma sub-odora che la morale che si vorrebbe inculcargli dall’alto non è la sua e va alla ricerca di se stesso e della liberazione dai sensi di colpa.
Pinocchio alla fine del libro, ritrova il padre nella pancia di un pescecane in mezzo al mare, è un padre non più iracondo come all’inizio del libro, e il figlio salva il padre e se stesso grazie alle sue doti di nuotatore ed all’amicizia con un tonno: ha imparato ad usare il bacino, la sua animali-tà gli è amica.
Ora Pinocchio ed i genitori sono sullo stesso piano di dignità, ed il Corpo di Pinocchio diventa Sacro, diventa di “carne ed ossa”. E’ verso l’età scolastica che si perde “il paradiso perduto”, il Corpo si chiude, diventa di legno; Collodi fa saltare a Pinocchio l’infanzia, lo fa “nascere” di legno e la prima cosa “impostagli” è di andare a scuola.
Un insegnante, un genitore apprende molte cose attraverso gli allievi, i figli, e anche il Creatore mandò il figlio sulla Terra per diventare Lui/Lei stesso/a genitore.
Scritto nel 2003
No comments:
Post a Comment